(Ben) alzati
Apro un occhio, il boccolo se ne resta sul cuscino, sentucchio la rassegna stampa, Ilda la rossa mi parla dalla cucina, lo spread fa a fette il mio pane tostato, il porcellum si scioglie nel caffè, vedo tanti Capezzone che Leggi
Apro un occhio, il boccolo se ne resta sul cuscino, sentucchio la rassegna stampa, Ilda la rossa mi parla dalla cucina, lo spread fa a fette il mio pane tostato, il porcellum si scioglie nel caffè, vedo tanti Capezzone che Leggi
Corri, scappa, arrabbiati, rimugina, voltati, imponiti, impera, ammonisci, pervadi, resisti. E poi, nel silenzio, uno spicchio di luna si aggrappa alla cornice della finestra. Quanto poco alziamo gli occhi al cielo.
La lontananza è lo spazio bianco che separa la bellezza della presunzione di bellezza. Assuefatti alle distanze, dimentichiamo di soffrire per le cime distanti delle parole abortire. Non abbiamo più il tempo di addolorarcene. Lontano è lo sguardo di chi Leggi
E il senso di smarrimento che mi esplode dentro, davanti alle saracinesche abbassate delle librerie. Come se dismettere i libri, sigillare i templi della cultura, morire di realtà virtuali fosse il segno del vero declino. Quanta imperdonabile povertà.
E le giornaliste, figlie di giornalisti – mogli di giornalisti – amanti di giornalisti – sorelle e cognate di giornalisti – nipoti di giornalisti, che devono spiegarci come va il mondo. Siamo la casta (femminile) peggiore.